Squisite aspre rotondezze
che cadono dal gelo di tepori sussurrati
nei pomeriggi d'inquietudine
stasi peristaltica barcamenare
livido a menarsela sui parafanghi
controcorrente
a secco di funghi
l'aspirare autoindotto di propri condotti
umorali inquinati dalla Stasi
oh tempio d'inania!
oh grotta d'inverno!
nel riverbero eterno che acceca
per continuata ripetenza
vicinanza sequenziale di
fotogrammi affastellati
in fiocchetti che petulano dai
cassettoni dell'infanzia
un'emergenza senza urgenza
di riveder le credenziali
la credenza di partenza
Il partito partorito e mai tornato
nell'utero guastato
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